Seaweed on Ice, un giallo ambientato a Victoria, BC

Da qualche tempo sentivo una certa curiosità geoletteraria per questa costa, queste insenature, questi anfratti e questa natura ancora incontaminata che evoca sensazioni misteriose. Ecco dunque che qualche giorno fa sono entrata in una libreria alla ricerca di autori locali.

Mi trovavo a Sidney e pensavo a Vacanze all’isola dei gabbiani di Astrid Lindgren, uno dei miei libri preferiti dell’epoca delle elementary. Guardando le isolette, le spiagge, i porticcioli e le montagne sentivo il desiderio che qualcuno me le raccontasse, che le trasformasse in racconto, in modo che potessi rivederle sulle pagine attraverso la lente d’ingrandimento della letteratura.

Avrei potuto ricorrere a Google, ma preferisco, quando è possibile, affidarmi ai consigli dei librai. Ed ecco che salta fuori un giallo ambientato proprio vicino a casa mia, a Victoria. Il protagonista ha un nome bizzarro, Silas Seaweed, ed è un poliziotto indigeno, appartenente alla Coast Salish Nation, che vive tra i due mondi, quello tradizionale della riserva e quello della città più British del Canada.

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Tornata a casa inizio a leggere e mi trovo immersa in numerosi misteri che rievocano i drammi della Berlino dei primi anni della seconda Guerra mondiale quando, a quanto pare, alcuni funzionari britannici mantenevano un rapporto ambiguo con il Reich. La scomparsa di un enigmatico ebreo tedesco, unico superstite della sua famiglia dei campi di concetrazione di Bergen Belsen, e quella di una tranquilla vecchietta britannica, mettono in moto una complessa trama infarcita di elementi riconducibili alla mitologia Coast Salish, perché in tutto questo giallo la storia europea e i suoi capolavori artistici si intrecciano con le opera d’arte delle popolazioni indigene. Sembra molto interessante. Gli ingredienti per un romanzo avvincente ci sono tutti, in realtà ce ne sono anche troppi e, come sempre, il bello di un romanzo non sta nella trama, ma nella magia della scrittura che sa dosare attentamente tutti gli ingredienti.

Poter riconoscere le strade nelle quali si muove il detective, i negozi , i ristoranti, seguire mentalmente gli spostamenti del protagonista, poter ricordare gli ambienti, i luoghi, persino i cibi costituisce un element fondamentale del giallo italiano contemporaneo. Tutti abbiamo letto romanzi ambientati sotto casa e in quel caso si diventa più esigenti con l’autore, più maliziosi, attenti a coglierlo in fallo qualora introduca qualche nota discordante nelle descrizioni. Si legge con maggiore interesse, si ricorda la storia personale legata a quelle vie, a quei luoghi a quei sapori. Mentre i gialli ambientati nel quartiere in cui ho passato l’infanzia mi hanno riportato nostalgicamente ai luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, questo libro “victoriano” mi ha un po’ deluso, forse perché anche se la descrizione dei luoghi poteva appararire convincente, il clima artico che pervade la città per diversi giorni nel periodo natalizio fa storcere il naso. Vivo qui da 7 anni e di nevicate in tutta regola ne ricordo solo due. Il freddo polare descritto da Stanley Evans mi pare del tutto esagerato. Sarebbe un po’ come se Bacci Pagano indagasse in una città cosparsa di neve. E’ vero che anche a Genova può nevicare, ma non è così frequente. Tralasciando le considerazioni atmosferiche, ci sono altri elementi a lasciarmi perplessa: il modo in cui l’autore inserisce la mitologia Coast Salish nella narrazione. Si nota che non si tratta della cultura dell’autore, altrimenti l’avrebbe inserita nella trama in modo più armonico.

Che dire poi del poliziotto don Giovanni e della femme fatale? Quanti stereotipi siamo disposti a mandar giù? L’idea del poliziotto First Nation mi sembrava interessante, ma mi ha deluso. I gialli ambientati a Genova, Troppe buone ragioni di Paternostro e la serie di Bacci Pagano mi sono piaciuti di più forse per quel pizzico di nostalgia che ha accompagnato i momenti della lettura.

18068190-1Certo, è ambientato dove ho vissuto gli anni più significativi della mia esistenza, ma forse ci sono altre ragioni di tipo più stilistico.

Forse è l’amore per la mia città natale che mi fa essere più indulgente a 9000 Km di distanza. Forse se vivessi ancora a Zena quei libri mi farebbero un altro effetto e cercherei altre atmosfere, chi lo sa. Ma più che il rapporto con i luoghi, credo che si tratti di chimica con il narratore protagonista e purtroppo Mr. Seaweed mi ha deluso, non mi ha proprio convinto e poi anche quel nome, per favore, a chi può venir in mente un investigatore come il Signor Alga?  9776835

 

14 thoughts on “Seaweed on Ice, un giallo ambientato a Victoria, BC

  1. Buongiorno!
    E dire che invece il romanzo ambientato a Victoria pareva promettere bene.
    Io non amo particolarmente i gialli e quindi raramente li scelgo, non ho letto Paternostro e ho letto solo un romanzo di Morchio che non mi aveva appassionato in maniera particolare, però un’ambientazione genovese stuzzica anche me, come potrai immaginare!
    Bacioni Mari!

    • In effetti l’idea mi sembrava molto interessante, ma poi il contenuto e lo stile mi hanno deluso. Consigliami qualcosa di bello, ma non una storia tragica, perché ho bisogno di tirarmi su il morale. Bacioni, Miss! Sei l’unica fedele lettrice rimasta!

  2. Mi hai dato un paio di idee per un amico genovese naturalizzato lombardo cui piacciono i gialli. Quel pizzico di nostalgia penso funzioni anche con qualche km in meno di distanza.

  3. Sai che anch’io ho letto avidamente i gialli di Paternostro, soprattutto il primo. Però, a mente fredda, devo dire che ciò che mi è piaciuto è che fosse ambientato nel quartiere dove vivevamo, ma letterariamente e soprattutto giallisticamente si tratta di libri piuttosto deboli. Io ho scoperto invece un romanzo d’esordio di una giovane spagnola di cui non svelo il nome perchè ne scriverò un post. Ma non si tratta di un giallo… Bacioni burrascosi dalla Liguria (qui pioggia, tuoni e fulmini)

    • Ma mi tieni in sospeso così, soprattutto trattandosi di una scrittrice spagnola???? Aspetto con ansia il post con il nome. Anche a me Paternostro non era sembrato un genio, ma mi piaceva l’ambientazione, riconoscere tutti i posti, la salita della nostra amica, etc.

    • Se ti va, poi fammi sapere come li hai trovati, quale ti é piaciuto di più eccetera. Se invece non dovessi più sentirti, per me averteli fatti scoprire é già una grande soddisfazione. Buona lettura! : )

  4. Certo in quest’epoca della correttezza politica uno si sarebbe aspettato che un giallo scritto da un inglese e ambientato nell’ambiente indigeno della British Columbia avesse rappresentato fedelmente quella cultura. Anche se la mitologia del popolo Coast Salish gli risultava troppo complessa, che almeno tal autore evochi convincentemente il tempo victoriano, che e’ per lo piu’ piovoso come quello della maggior parte dell’Inghilterra. D’altra parte anche se un romanzo ambientato sotto casa non convince del tutto, comunque si legge forse con piu’ attenzione e piu’ energia, inoltre tale lettura ti potra’ fornire i mezzi critici per scrivere un tuo romanzo piu’ captante! Grazie di questo stimolante intreccio di osservazioni sui gialli di Victoria e di Genova!

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