Il grigiore della convenienza

Non passa giorno che nell’ambito lavorativo non si senta parlare della necessità di aumentare la produttività, di dedicarsi ad attività che possano essere quantificabili e, di conseguenza, utili ai fini di un avanzamento professionale. Questa retorica, presa in prestito dal mondo imprenditoriale, sembra poco applicabile all’ambito accademico. Azzarderei a dire che non solo sembra, ma, senza dubbio è, o meglio, sarebbe, incompatibile con il mondo intellettuale. Dico sarebbe, perchè quest’ipotesi è, di fatto, invalidata dalla presenza di una banda di burocrati che con il righello in mano, contano i centimetri del nostro curriculum e decidono incentivi e punizioni per ciascun dipendente.

Rispondendo a quanto ci consiglia l’amministrazione, siamo tentati ad impostare non solo la nostra attività professionale, ma soprattutto la nostra vita, secondo criteri di utilità, di convenienza, dando priorità a tutto ciò che può essere facilmente misurato, valutato, contato. Perché? Forse perché così si riesce a creare una mandria docile, obbediente che si piega di buon grado alla volontà di chi gestisce il potere. Ascoltando i dictat dell’aministrazione si viene presi da una specie di ingranaggio macchiavellico nel quale ogni mossa è orientata al massimo profitto. Ponendo come obiettivo la ricompensa economica, la vita però prende una brutta piega. Per quanto possa essere allettante indirizzare la propria vita secondo criteri di utilità, si finisce per perdere il gusto, il piacere, l’essenza della vita.

Presi dall’ingranaggio produttivo ci ritroviamo schiavi del grigiore della convenienza, di una vita insulsa, ripiegata su sé stesssa, alla ricerca della soddisfazione individuale, del più bieco egoismo, egoismo che dovrebbe renderci soddisfatti, felici, appagati, ma che genera un’insoddisfazione profonda, un’angoscia, un malessere che non riusciamo a mettere a fuoco, ma che ci consuma.

Nel grigiore dell’inverno rivendichiamo per una volta, l’altruismo, lacooperazione, l’azione disinteressata che possa apportare serenità, che possa creare armonia, al di là di considerazioni utilitaristiche. Regaliamoci qualche minuto di silenzio, di intimità, di riflessione per poter far fronte alle tante difficoltà del presente, per staccare la spina e vedere ciò che realmente conta nella vita.